Caso Froome, Brailsford ribadisce la linea: “Chris non ha fatto nulla di sbagliato, è innocente”
Dave Brailsford ribadisce massima fiducia in Chris Froome. Presente alla Colombia Oro y Paz, il numero uno della Sky conferma dunque la linea ufficiale del team nel Caso Froome basata sulla completa innocenza del corridore. Se nelle ultime settimane era emersa la possibilità che il Keniano Bianco si dichiarasse negligente nella speranza di vedere la propria pena fortemente ridotta, ipotesi peraltro rapidamente smentita dal diretto interessato, il team manager della formazione britannica riporta tutto sulla linea tracciata sin dall’inizio.
“Per me non c’è alcuna domanda – spiega ai giornalisti, come rivela la Gazzetta dello Sport – Chris non ha fatto nulla di sbagliato. Questa situazione è difficile. Sarei pazzo se dicessi che non è difficile. Noi vogliamo che l’UCI diriga questo sport, poi ci sono le regole dell’AMA e poi, chiaramente, io mi devo prendere cura del team e devo pensare anche allo sport in generale. Ma credo che lui sia innocente”.
Molte delle difficoltà arrivano sicuramente dal fatto che il caso sia ormai di pubblico dominio, aspetto che aumenta notevolmente la pressione attorno ai diretti interessati. Un rammarico che il manager gallese non nasconde visto che “il caso sarebbe dovuto restare confidenziale e mai reso pubblico fino a questo punto”, come da regolamento. Soprattutto considerando che poi la squadra ha deciso per alcuni atteggiamenti contrari alla direzione intrapresa invece da moltre altre formazioni in questi ultimi anni, che non hanno fatto altro che inasprire un dibattito i cui toni ovviamente si sono rapidamente alzati. Se la decisione di non sospendere il corridore è perfettamente lecita, molte altre squadre, fino al presidente dell’UCI, si sono tuttavia schierate contro questa posizione, ma Brailsford ribadisce la sua politica: “Ognuno ha diritto a un equo processo – prosegue – E l’approccio che abbiamo preso è di sostenere Chris ed essere sicuri di poter fare quello che possiamo per avere un processo equo”.
Consapevole che anche questi atteggiamenti portano ad “una situazione molto difficile per ognuno“, Brailsford ha dunque prima di tutto voluto tutelare il proprio uomo simbolo, cercando valutare la situazione dal suo punto di vista. “Credo nell’equità – conclude – Credo che Chris non abbia fatto nulla di male e che gli dovrebbe essere data l’opportunità di dimostrarlo. Continueremo a lavorare per sostenerlo e dimostrare che non c’è stato nulla di sbagliato”.
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Se ero e resto favorevole al sanzionamento di Petacchi e Ulissi non posso che essere altrettanto favorevole alla condanna di Froome. Seguendo anche l’atletica ho potuto vedere che un quattrocentista americano è stato scagionato perché la sua positività era stata provocata dai baci troppo appassionati della fidanzata che era in cura con medicamenti (pastigliette) che non riusciva a deglutire per cui se le scioglieva in bocca. Credo che a tutto ci dovrebbe essere un limite ma credo anche che questo dimostri che nel ciclismo l’antidoping funziona davvero mentre in tante, troppe, altre discipline rappresenti solo un paravento dietro cui nascondere le malefatte di tantissimi atleti, specie se sono americani mentre è più facile sparare a zero se russi.
come non ha fatto nulla di sbagliato???cioe questo ha il doppio del limite consentito e ci vuole far credere che non ha fatto nulla:tra l’altro la tappa incriminata nella quale è risultato positivo veniva dopo quella in cui era andato in difficoltá nel Alto de los Machucos e il giorno dopo guarda caso era di nuovo in formissima nel finale in salita ed è risultato positivo…poi bisogna smetterla con queste esenzioni Tua,se uno sta male e deve curarsi non puo fare l’atleta…cmq si è certo,si perseguitano i russi che sicuramente non saranno tutti puliti ma con americani e britannici si è sempre permissivi